venerdì 10 ottobre 2008

On-off (14 dicembre ore 21.00 Catrovillari)

Wittgenstein, l’autore del Tractatus Logico-Philosophicus, è rinchiuso in manicomio, che rievoca lo Steinhoff e la Vienna ambigua del Primo conflitto mondiale. Parla da solo, inventandosi dialoghi con un allievo e servitore, Kruber, il quale lo aggiorna su Johann, creduto internato e sottoposto a farmaci e torture che gli impediscono di ragionare. Quindi, lo spettacolo si sdoppia nel tempo, ma non nel concetto. Compare Anna, che è vittima dell’alienante tranquillità del piccolo schermo: la informa, deforma e angoscia quotidianamente. Christian cerca di svegliarla, di destarla dal sonno della mente e di restituirle fiducia in se stessa. Maria Costanza denuncia, anche ironicamente, l’ovvio ordine globale di asservimento politico, manipolazione ideologica e mercificazione dei valori. Per ultimo, Wittgenstein, realmente anticonformista, trova un momento di lucidità e rivela indirettamente delle analogie del suo personaggio con quello di Anna, proseguendo quella sorta di ammonimento morale e civile che Maria Costanza ha già declinato in un poetico monologo in cui enuclea il significato dell’intero testo. Wittgenstein in chiusura si trasforma, non è più personaggio storico, autore, testo. Diventa altro, un intellettuale che non perde e che al successo materiale preferisce l'utopia d'uno spiritualismo di derivazione gioachimista. E' il filosofo italiano Gianni Vattimo, padre d’una corrente speculativa nota come «pensiero debole». Indipendentemente da tutto, Vattimo diventa testimone vivo del messaggio del testo teatrale, con l’autorevolezza della sua vita di studi, lezioni e convegni internazionali. Libero, sulla scena chiarisce il senso della sua stessa vita: ricerca della libertà, trovata, sopra le angosce del mondo e le dinamiche del potere. Ma tocca a Salvatore Borsellino, in una parte autonoma, sensibilizzare il pubblico con l’esternazione simbolica della sua storia e della sua esperienza di uomo. Con le musiche dal vivo di Pentole e computer (Marco Messina della 99 Posse e Gennaro De Rosa dei Mandara), On-off è una messinscena in cui la parola viene amplificata e condotta da suoni elettronici aritmetici, scientifici come le partiture di Beckett. Peraltro, a ricuperare la funzione sociale e culturale del teatro, lo spettacolo si svolge con una serie di azioni e composizioni pittoriche sulla scena da parte di giovani designer dell’Università La Sapienza di Roma. Una funzione di riverbero drammaturgico è assolta da video compositi, segno, simbolo, movimento, realizzati da studenti della Sapienza e di accademie del fumetto.